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In molte località della montagna regionale – ed anche in ampie aree della Carnia – la progressiva riduzione della popolazione è causa dell’accentuarsi di un circolo vizioso nel quale il calo di domanda di servizi alla persona si riflette in un arretramento dell’offerta di tali servizi, in quanto non sostenibili sul piano economico, almeno nelle forme di erogazione tradizionali, al di sotto di determinati dimensioni demografiche. A sua volta, il depotenziamento dei servizi sociali ed alla persona provoca, specie nelle località marginali, pesanti conseguenze sulla qualità della vita e sulla disponibilità da parte delle comunità più periferiche a mantenervi la residenza.
In questo contesto, garantire la più ampia accessibilità a servizi alla persona di standard elevato costituisce una delle sfide più importanti per l’azione delle istituzioni impegnate nel rilancio dei territori montani del Friuli Venezia Giulia. Risulta, in particolare, sempre più avvertita l’esigenza di individuare modalità di riorganizzazione dei servizi in montagna che siano economicamente sostenibili e socialmente eque.
La rete di servizi sanitari e socio-assistenziali è molto articolata nell’offerta, ma anche nella diffusione territoriale. Nonostante ciò, si registrano alcune rilevanti criticità sanitarie. In particolare persiste la tendenza ad una differenziazione, soprattutto in termini di aspettativa di vita e di mortalità precoce, tra le aree di fondovalle (con valori allineati alla media regionale) e le località di media e, soprattutto, di alta montagna che si collocano a distanza più elevata (in termini di chilometri e di tempo di percorrenza) dai centri maggiori delle zone più pianeggianti, dai servizi e dalle strutture pubbliche. Va aggiunto che tali realtà sono in genere anche quelle più scarsamente servite dal trasporto pubblico.
Nel 2007, in Carnia sono presenti quasi 2.700 studenti che frequentano le scuole dell’infanzia, la scuola primaria e la secondaria di primo grado, suddivisi in cinque istituti comprensivi e alcune decine di sedi scolastiche. Tutti concentrati a Tolmezzo sono i quattro istituti di istruzione secondaria superiore, con oltre 1.500 alunni.
Le principali criticità con cui si trova a confrontarsi la scuola in Carnia sono:
- il turn-over degli insegnanti (la percentuale di docenti a tempo indeterminato risulta in alcuni casi bassissima ed il ricambio raggiunge, in certi anni, punte del 70-80%), nonostante il sostegno offerto dalla Regione per incentivare il trasferimento dei docenti “di ruolo” in montagna;
- l’organizzazione della scuola dei piccoli centri in “pluriclassi” (accorpamento di più classi di grado diverso di uno stesso ordine).
Non mancano però gli esempi di centri minori con una valida offerta formativa, specialmente se le scuole sono coinvolte in forme innovative e strutturate di scambio sociale e didattico con altre realtà formative, utilizzando le tecnologie ICT (si pensi alla teledidattica, la quale può consentire agli alunni di classi anche molto distanti geograficamente di confrontarsi e scambiarsi esperienze).
In ambito universitario e post-universitario sono attivi il “Centro Internazionale di Ricerca per la Montagna” che ha lo scopo di definire modelli innovativi di sviluppo economico, sociale ed ambientale del territorio montano della Regione Friuli Venezia Giulia e il “Consorzio Universitario per gli studi e la formazione avanzata nel Friuli montano e nell’arco alpino orientale”, entrambi in fase di consolidamento delle prime iniziative attivate.
L’offerta formativa non formale si concentra per lo più a Tolmezzo, ma sono in atto esperienze per portare le iniziative più vicine ai potenziali beneficiari, sia per quanto attiene i profili, sia per la logistica delle attività formative.
Nel decennio 1991-2001, con l’eccezione di Cercivento, Preone e Raveo, in tutti i Comuni si è ridotta l’offerta commerciale, a fronte di un rafforzamento del dato tolmezzino. In merito all’accessibilità effettiva del servizio commerciale, un’elaborazione di dati forniti dalla CCIAA di Udine (relativi al gennaio 2006) evidenzia come su un totale di 147 località comprensoriali 57 sono prive sia di esercizi commerciali sia di esercizi pubblici, mentre in 25 località è presente un solo esercizio (pubblico o commerciale).
La presenza di una buona dotazione di esercizi commerciali costituisce un indicatore non solo del benessere economico, quanto, più in generale, della qualità della vita sociale. Un’adeguata diffusione sul territorio di unità commerciali, infatti, facilita l’accesso della popolazione ad un servizio di base e allo stesso tempo favorisce l'incontro tra le persone e quindi la coesione della comunità locale. In effetti, in un’area a bassa densità di popolazione ed alta dispersione delle località abitate come la Carnia, la carenza di servizi commerciali costituisce, al tempo stesso, causa ed effetto dell'allontanamento della popolazione locale. Si aggiunga che un’inadeguata offerta di servizi commerciali non favorisce certo l'attrazione di nuovi residenti e turisti. Per questi motivi, da diversi anni la Comunità Montana sta sostenendo il settore con premi agli operatori e lo scorso anno ha sperimentato una misura di intervento “in un’ottica di sviluppo” finanziando interventi strutturali e l’ampliamento dei servizi.
Il servizio di trasporto pubblico locale (TPL) è gestito attualmente dalla società “Autoservizi SAF” che sta sperimentando operativamente forme innovative e flessibili di trasporto pubblico, anche mediante le opportunità offerte dalle moderne tecnologie informatiche. Nello specifico, sono stati attivati in diversi Comuni della Carnia (in particolare, Ovaro, Arta Terme, Paularo) servizi di trasporto pubblico esteso alle località minori in concomitanza con particolari eventi (il mercato comunale, ad esempio) che si sono dimostrati di notevole successo sul piano del gradimento e del coinvolgimento delle comunità locali.
Tuttavia il TPL si dimostra ancora carente in quanto le frazioni e le aree più periferiche sono poco servite.
Al fine di facilitare l’accesso di anziani e disabili adulti autosufficienti e/o parzialmente autosufficienti alle sedi dei servizi di ambito socio-sanitario e di altri servizi territoriali, l’Azienda per i Servizi Sanitari - in partenariato con la Comunità Montana della Carnia - ha promosso la sperimentazione di un servizio di trasporto “integrativo”.
Il solo miglioramento quantitativo del servizio di TPL non è comunque sufficiente a soddisfare le esigenze delle comunità locali. Probabilmente, il diritto d’accesso ai servizi di base ed alle altre opportunità presenti sul territorio comprensoriale potrà essere meglio garantito attraverso la combinazione di modalità di trasporto pubblico, tradizionali e non (si pensi al servizio a chiamata, all'utilizzo dei mezzi ad uso commerciale privato), di forme di de-centralizzazione e diffusione sul territorio di servizi, specie a contenuto immateriale (si pensi alle pratiche amministrative) e di modalità innovative di erogazione dei servizi (realizzazione di centri polifunzionali di paese, istituzione di servizi itineranti etc.).
E’ prevista una serie di interventi, fra i quali prioritariamente la diffusione della banda larga ad alte prestazioni su tutto il territorio regionale entro il 2010, mediante il potenziamento delle infrastrutture TLC esistenti, con la realizzazione di una rete in fibra ottica che raggiunga tutti i 219 Comuni. La Regione ha previsto, inoltre, la gestione della Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione (RUPAR), l’incentivazione dell’offerta di servizi in banda larga in aree particolarmente disagiate, quali la montagna regionale, sviluppando la competizione tra gli operatori di telecomunicazioni e contribuendo a promuovere una logica di mercato nel campo dei servizi avanzati.
L'accessibilità ad un’ampia e diversificata offerta di occasioni di arricchimento culturale e ad una completa dotazione di strutture ricreative e sportive rappresenta un’esigenza sempre più diffusa, anche in ambito rurale e montano. Un’inadeguata qualità dell’offerta culturale e ricreativa non incide solamente sull'attrattività “interna” di un territorio, bensì condiziona le possibilità di successo dell’economia turistica di tale realtà.
Dall’analisi della disponibilità di strutture di intrattenimento (cinema, teatri e sale da concerto) relativa all’intero territorio comprensoriale emerge un’offerta leggermente inferiore alla media regionale in termini di unità per 1000 abitanti.
Per quanto concerne la diffusione in Carnia di impianti sportivi si riscontra una media di unità per mille abitanti quasi doppia rispetto al dato regionale. La conformazione territoriale della Carnia – caratterizzata da una notevole frammentazione degli insediamenti urbani e da una non sempre agevole accessibilità agli stessi – ha in passato favorito l'orientamento dei Comuni a dotarsi di proprie strutture sportive.
La Carnia è ricca di un patrimonio museale notevole, valorizzato attraverso diverse iniziative tra cui il progetto transfrontaliero di Rete Museale "CarniaMusei", avviato nel 1998 grazie a cofinanziamento europeo, allo scopo di dare visibilità al patrimonio culturale del territorio attraverso la promozione congiunta e la progettazione di attività didattiche, di animazione e di eventi culturali nelle singole realtà. Ai primi cinque musei maggiori aderenti si sono successivamente aggiunte numerose piccole strutture, collezioni private ed esposizioni permanenti (per un totale di venti realtà). Tra le diverse attività collegate a CarniaMusei vi sono i percorsi tematici e i laboratori didattici, calibrati per ogni fascia di età e proposti alle scuole dell'infanzia, primaria, secondaria di I e II grado, allo scopo di coinvolgere i piccoli visitatori stimolandone la manualità e la capacità di rielaborazione dei concetti affrontati.
Nella promozione di iniziative culturali, ricreative e sociali, accanto all’intervento pubblico, ma più spesso in sinergia con questo, opera un ricco e diffuso tessuto associativo, che vede attive tra le altre 19 pro loco.